mostra temporanea

TINI JAHIER // 1902-1975

un pastore fotografo

conclusa il

 16/07/23

La Mostra si aprirà l’11 febbraio alle ore 16,30 alla Fondazione Centro culturale valdese in via Beckwith 3 a Torre Pellice (TO), grazie alla collaborazione della famiglia Jahier che ha messo a disposizione la copiosa collezione.

Le fotografie di Roberto (Tini) Jahier raccontano il mondo contadino attraverso la ricerca dell’essenzialità della vita, del lavoro e anche del silenzio delle montagne. Il lavoro delle donne ha un posto privilegiato nella narrazione. Parallelamente sono espressione della visione del “pastore fotografo” su quel mondo, la realtà valdese, la riflessione biblica e la fede.

Le foto di Tini Jahier sono anche altro, le 60 foto raccolte per la Mostra, estrapolate dal ben più corposo archivio di negativi di Tini Jahier, ci presentano infatti luoghi e mestieri, immagini che possono essere testimonianza, ma in realtà solo apparentemente sono spontanee, molte sono preparate e studiate. Sono frutto di scelte ben precise per raccontare il mondo ed il suo punto di vista.

Lo studio fotografico è la realtà delle Valli.

Nelle foto di Jahier la quotidianità è importante così come lo sono le relazioni. Gli uomini e le donne sono ritratti nelle loro attività quotidiane siano queste il lavoro, lo svago o i momenti comunitari, come anche i bambini e gli animali. Gli edifici sono usati come scena e come luogo in cui mostrare i soggetti. La fontana, il balcone, la scala diventano scenari.

La capacità di Jahier è quella di coglierne l’umanità più profonda: queste donne e questi uomini raccontati siamo tutti noi, questa terra è la terra di tutti. Il silenzio viene narrato.
Lo sguardo artistico si confonde con quello di fede, si intrecciano le sensibilità dell’uomo e del pastore.

Per Jahier l’immagine comunica anche di per sé diventando talvolta simbolica come quella del “seminatore” e di diversi altri scatti che passano dal riprodurre un gesto quotidiano al parlare della trascendenza quando sono affiancate a un versetto biblico. Il focus si sposta e la narrazione cambia.

Il testi della mostra sono di Tatiana Barolin, Federico Jahier, Davide Rosso; la grafica e l’impaginazione di Manuela Rosso e Luca Peracchino; le riprese video di Daniele Vola.

BIOGRAFIA

Roberto “Tini” Jahier nasce a Torre Pellice nel 1902. Dopo aver frequentato la facoltà di teologia a Firenze e a Roma, nel 1927 viene consacrato pastore.
Tini Jahier è un’appassionato fotografo e per tutta la vita la fotografia sarà per lui una passione e un modo per comunicare, anche nell’ambito del suo ministero pastorale. Le sue saranno foto documentarie ma anche simboliche, raffigureranno persone singole o in gruppo, luoghi e paesaggi.
Il servizio pastorale porta Jahier prima all’isola d’Elba, poi a Villar Pellice dal 1930 al 1948, dove è testimone di alcuni momenti particolarmente violenti della guerra, come l’uccisione in piazza del partigiano Willy Jerwis. È un periodo di grande cura della comunità e della voglia di fratellanza che sfocia nell’ideazione della Rencontre internazionale (1933) del Colle della Croce a Bobbio Pellice e del Valli Nostre (1940) ispirato a un calendario fotografico svizzero, e dove Jahier affianca le fotografie a dei versetti biblici creando un passaggio di significazione tra il registro visivo e quello verbale.
Il pastorato lo porta a Como, Luserna San Giovanni, a Pinerolo, a Torre Pellice e a Zurigo. Nel 1974 termina il suo servizio e l’anno successivo muore improvvisamente mentre passeggia a Torre Pellice.

Per sostenere la Fondazione Centro Culturale Valdese