mostra temporanea
mostra temporanea
conclusa il
30/09/24
Museo valdese - via Beckwith 3, Torre Pellice
Intorno al 1174 un cittadino di Lione, di nome Valdo, fece una scelta che cambiò in modo decisivo la sua esistenza. Intorno a lui si raccolse un gruppo di persone che diede vita ad un movimento presto avversato dalla Chiesa e quindi costretto alla clandestinità e alla dispersione; furono chiamati “valdesi”.
In occasione della ricorrenza degli 850 anni della conversione di Valdo di Lione e dell’origine dei valdesi, l’esposizione illustra, in due sezioni, le tappe del processo di ricerca delle origini e di costruzione della storia del movimento valdese nel corso di otto secoli, letta attraverso la figura del suo “fondatore”.
La prima sezione dell’esposizione, intitolata Valdo di Lione: “eretico” e “nuovo apostolo”, fornisce un profilo di Valdo nella Lione del XII secolo attraverso le poche notizie storiche disponibili, raccontate dalle voci dei testimoni dell’epoca, principalmente di carattere inquisitoriale.
Nella seconda sezione, intitolata Valdo dopo Valdo: la costruzione di una storia si ripercorre un viaggio di otto secoli alla ricerca delle interpretazioni delle origini valdesi, tema che appassionò centinaia di autori (prevalentemente teologi e uomini di chiesa, di ogni nazione e lingua) incontrando una molteplicità di voci in cui Valdo, inaspettatamente, non sempre è il protagonista.
A partire dal XIII secolo due opposte visioni si imposero: dopo la morte di Valdo gli avversari ne evidenziarono il ruolo di fondatore di un’eresia recente con lo scopo di screditare il movimento ancora esistente; dall’altro lato, i valdesi, nel richiamarsi all’eredità apostolica, tesero progressivamente a sfumare l’importanza del loro predecessore, fino a dimenticarne l’esistenza per quasi tre secoli.
Con lo sviluppo della Riforma del XVI secolo i protestanti (luterani, anglicani, calvinisti e puritani) fecero ricorso ai valdesi e al suo fondatore per legittimare la propria antichità da opporre alla successione apostolica della Chiesa di Roma. Da qui derivò un’ampia produzione di opere storiche – pubblicate in varie lingue e molti paesi – schierate su fronti contrapposti. Seguendo questa tendenza, presto anche i valdesi sentirono la necessità di costruire un’immagine del proprio passato: in questo processo, Valdo assunse varie funzioni e sfaccettature.
Soltanto alla fine dell’Ottocento un approccio scientifico ai documenti restituì a Valdo una centralità rispetto alle origini del movimento, facendo cadere i miti elaborati nei secoli precedenti e aprendo la strada a una successiva riflessione sulla sua scelta e il suo messaggio.
a cura di Marco Fratini e Samuele Tourn Boncoeur
INFO
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